L’antico cimitero

Cimitero ipogeo

Cimitero ipogeo

Nell’area retrostante è situato l’antico Putridarium, il cimitero ipogeo attualmente visitabile nei soli due ambienti sotterranei superstiti, le cui strutture sovrastanti nella seconda metà dell’ottocento furono adibite a cappelle dei confratelli della Congregazione del Santo Rosario e in seguito abbattute per il loro stato estremamente dismesso, nel corso dei lavori del 1951.

Tali ambienti conservano gli originari sedili-colatoio posti in nicchie lungo le pareti, del tutto simili a quelli tipici del periodo aragonese, solitamente attestabili per religiosi e confraternite laicali, un tempo adibiti alla collocazione dei cadaveri, muniti di un foro centrale e di un vaso sottostante per il deflusso dei liquami prodotti dalla putrefazione.

La pratica prevedeva che, una volta terminato il processo di decomposizione dei corpi, le ossa fossero raccolte, lavate e trasferite nella sepoltura definitiva dell’ossario. Si tratta di un costume funerario diffuso principalmente in italia meridionale, benché non manchino esempi in altre aree d’Italia, connesso con la peculiare tradizione della doppia sepoltura, il cui processo di tanatometamorfosi subito dal defunto avrebbe dovuto emblematizzare i vari stadi di purificazione affrontati dall’anima nel suo viaggio verso l’eternità, attraverso la progressiva liberazione dalla contaminazione della carne verso la purezza delle ossa.

La pratica religiosa cominciò ad essere osteggiata dalle autorità cattoliche ufficiali dopo il Concilio di Trento del 1563, benché, ancora nel Settecento e ottocento, mentre l’inumazione andava sempre più diffondendosi, i colatoi rimasero ancora in uso da parte delle confraternite del luogo.

Tuttavia, data l’alterazione e manipolazione che la struttura ha subito nel corso del tempo, non è possibile esprimersi con precisione riguardo al suo effettivo uso e alla sua datazione: è presumibile che, mentre l’area cimiteriale annessa alla Cappella di San Paolo fosse destinata alla sepoltura di defunti deceduti a causa di malattie infettive, data la posizione estremamente periferica del sito rispetto all’abitato, l’originario luogo di sepoltura di Casale, antecedente alla creazione del cimitero di Nocelleto/Carinola inaugurato nel 1891, fosse ubicato nei sotterranei della Chiesa parrocchiale: dunque, conseguentemente, il cimitero ipogeo connesso con il Santuario mariano doveva essere plausibilmente riservato alle congregazioni religiose locali del tempo.

 

Testo tratto dal volume: “Basiliche e Santuari: un cammino millenario”