Rio di Santa Maria

RIO DI SANTA MARIA
di Nicola Napolitano

Pace soave
nel limpido mattino.
Risveglia i viottoli tortuosi
e l’erba rugiadosa
il canto di un fanciullo;
ginestre e lecci, carpini e castagni
respirano sorrisi d’innocenza
e un mitico stupore.
Volano rondini festose,
gorgheggiano tra i rami gli usignoli,
tenero è il muschio dei macigni
sul greto del torrente.
Immersa in questa luce così pura,
la chiesa di Maria,
alta, solenne, domina il burrone.
Dai loculi profondi
riemergono le immagini dei padri,
adoranti nel culto intemerato;
e da remote lontananze
su ali di leggenda Antonia Fava, pallida fanciulla,
cammina a piedi nudi fra le pietre
e sciacqua i panni alla matrigna:
le porge aiuto e l’accompagna,
la colma di amorevoli premure
una bella “Signora” tutta bianca.

(Dal vol. “Casale e la storia dell’apparizione della Madonna”di Ferdinando Maina, cap. III, pag. 75).